L’oliva Taggiasca

La varietà Taggiasca deve il suo nome ai monaci di Taggia che ne impiantarono nel loro monastero di Taggia le prime talee ricevute dai monaci di san Colombano provenienti dall’isola del monastero di Lerino. Lerino è un piccolo arcipelago di isolette situato in Costa Azzura di fronte a Nizza. La stessa varietà di olive è diffusa anche in Costa Azzura fra Mentone e Nizza appunto con il nome di nicoise (nizzarda). Il 99% degli alberi che sono presente in provincia di Imperia è di Varietà Taggiasca. La Cultivar Taggiasca è un tipo di oliva di medie o piccole dimensioni, il cui colore a piena maturazione è nero tendente al blu.

Caratteristiche

Il pregio di quest’olio deriva sia dalle particolari caratteristiche organolettiche del prodotto sia dal contesto unico del territorio di produzione. La nostra azienda agricola coltiva attualmente 2000 pianti circa di Varietá Taggiasca. La superficie di oliveto coltivata è di 5 ettari e la produzione è mediamente di circa 6000 litri.L’economia dell’entroterra era fino agli anni 50 strettamente legata alla produzione dell’olio. Dagli anni ’60 i bassi prezzi di vendita all’ingrosso e la scarsa remunerazione che la produzione olivicola dava ai contadini ha portato moltissimi famiglie all’abbandono degli uliveti, dell’entroterra e ad una migrazione sulle zona costiere o nei grandi centri urbani.

Per capire il valore di questo prodotto bisogna conoscere la nostra terra. I terrazzamenti, i muretti a secco, i ripidi pendi dove le piante di ulivo si aggrappano rendono impossibile la meccanizzazione del lavoro. Tutte le operazioni di sfalcio, potatura, concimazione, raccolta vengono fatte ancora a mano. Questi fattori: elevata qualità organolettica e produzione quantitativamente limitata con elevati costi di produzione, spiegano il perché il nostro olio extra vergine si posizioni in una fascia di prezzo alta rispetto alla media nazionale. Oltre al valore economico della produzione agricola bisogna riconoscere anche la grande valenza ambientale dell’olivicoltura in Liguria. Infatti  oggi è solo grazie all’instancabile attività dei contadini che ancora coltivano la Taggiasca in provincia di Imperia, che il territorio dell’entroterra si conserva e si salva dal degrado ambientale.